Impressioni dall’Est – SVE di Gabriele

Ed eccoci qua, dopo più di 6 mesi all’estero, a parlare del mio SVE in Ucraina #YouthInsight. Io sono Gabriele, torinese laureato al Politecnico di Torino. Molti di voi penseranno: “Cosa porta un ragazzo a spendere nove mesi nel freddo e post-sovietico Est?”

Maggio 2016. Durante il mio tirocinio in un’azienda informatica conosco Jacopo, brillante responsabile marketing con un passato nei progetti europei. Mi racconta della sua esperienza in Bosnia e del Servizio Volontario Europeo. Sono sempre stato affascinato dalle esperienze Erasmus e, incuriosito, cerco informazioni e partecipo a un incontro sul tema presso l’Università di Torino. Prendo contatti e inizio a cercare dei progetti che siano vicini al mondo informatico. Il progetto YouthInsight mi ha subito incuriosito e interessato: videomaking in Ucraina, a Vinnytsia, con l’intento di far discutere la comunità locale su temi scelti da me. In più la possibilità di insegnare italiano attraverso un corso gratuito in biblioteca: un’opportunità per esercitarmi nel parlare in pubblico! Seppure produrre dei video non è quello che ho studiato, così posso sperimentare un ambito affine e per me nuovo del mondo digitale. Perciò eccomi qui!group_foto

Il primo impatto con le terre dell’Est è stato memorabile: in sole 3 ore di volo, 2000 km e 15 gradi in meno! Era il 27 ottobre ma sembrava di essere a Gennaio inoltrato! E Kiev è un gran bel caos! Arrivato a Vinnytsia comincio ad ambientarmi e a notare le prime differenze con l’Italia: la prima è sicuramente la più buffa. Al supermercato noto che il latte, oltre a essere confezionato in bottiglia, è venduto in buste di plastica. Avete letto bene: BUSTE DI PLASTICA. Come quelle della mozzarella per intenderci. Scoppio a ridere e penso: “Che senso ha vendere così il latte per dare un risparmio di sole due grivnie (6 centesimi)?”.

Col passare delle settimane conosco la mia organizzazione, faccio nuove amicizie e noto diverse differenze con la società italiana. In primis il cibo: ahimè qui è difficile trovare una pasta come si deve, in compenso si mangiano i vareniki, sorta di ravioli ripieni con verdure. Qui le zuppe vanno per la maggiore: la più famosa è il borshch, un nome impronunciabile lo so, a base di rapa rossa; molto buona, soprattutto se fatta in casa. Alla domanda “Qual è l’animale nazionale ucraino?” la risposta è stata: “Il maiale.” Molti qui amano il salo, ovvero il lardo, che viene spesso bevuto con la vodka. Già, la vodka, qui si chama horilka e per le buone occasioni si beve anche a cena!!!selfie_borshch

Riguardo le persone, ho notato tante diversità: la prima è la più ovvia, l’Ucraino medio ha un temperamento calmo e silenzioso, non gesticola come noi italiani e usa un tono di voce più basso. Ma il fatto più importante, per cui ammiro questo popolo, è il rispetto e l’aiuto reciproco. Sono decine in autobus che mettono mano al portafoglio per dare qualche spicciolo al mendicante di turno. E in una discussione si aspetta sempre che l’interlocutore abbia finito di parlare. Un’altra cosa che ho notato è che si cresce più in fretta rispetto all’Italia: i ragazzi iniziano l’Università 2 anni prima e in buona parte vivono da soli in dormitori o appartamenti. Ma questo porta anche a sposarsi molto prima, intorno ai 25 anni. Qui c’è un detto che dice: “L’uomo è la testa, la donna il collo”. Possiamo riassumere così il rapporto tra i sessi, se l’uomo lavora e riesce a mantenere la famiglia, la donna dovrebbe badare alla casa e ai figli. Una visione, dal nostro punto di vista, maschilista, ma per la donna questo è considerato al pari di un lavoro, un servizio per la società. La situazione sta però, difatti cambiando avvicinandosi alla nostra visione occidentale, seppure lentamente.

Già, l’occidente. Dopo i fatti del Maidan, l’annessione della Crimea e la guerra del Donbass, qui a Vinnytsia di Russia non se ne vuole sapere nulla; la bandiera Ucraina e quella europea sono ovunque. Inoltre la lingua Ucraina, parlata ad ovest, sta sempre più prendendo piede su quella Russa, parlata ad Est. E al centro? Si parla surjik, un misto di Ucraino e Russo senza regole. Potete immaginare quanto sia complicato per me capire qualcosa!

Queste insieme ad altre impressioni che ho raccolto in più di sei mesi che mi trovo qui! Morale? Accettare le differenze. Qui ho imparato a giudicare le persone con un occhio al contesto culturale di cui fanno parte. In più ora apprezzo molto di più il mio paese: qui molte cose che davo per scontato non funzionano, a partire dalle strade mal ridotte. Lo stipendio medio si aggira sui 75 euro, ma il costo della vita è solamente ridotto a un quarto rispetto all’Italia. Quelle due grivnie di differenza tra busta di latte e bottiglia, per me insignificanti, hanno invece valore per qualcun altro.theatre_performance_actors

Alla prossima

Gabriele