Yasmine racconta “Involvement to Quality”

Insieme ad altri 5 ragazzi provenienti da Georgia, Italia e Turchia ci troviamo a fare uno SVE a Ramnicu Sarat, in Romania, durante l’estate. Si tratta di uno SVE di gruppo: lavoriamo insieme e nel nostro caso viviamo anche insieme. Ramnicu Sarat è una piccola città e anche se conta 40.000 abitanti e ci sono tutti i servizi necessari, spesso mancano opportunità e attività per chi ci vive. Chi ne risente di più sono i ragazzi che specialmente in estate non sanno cosa fare. Qui interveniamo noi con il nostro progetto “Involvement to Quality“.

In breve: il nostro compito consiste nello scrivere e portare a termine eventi o progetti per i volontari locali che lavorano insieme a noi nell’ associazione ATCE Speranta Ramniceana. Si tratta di un’organizzazione no-profit locale che coinvolge moltissimi giovani in modo da renderli più consapevoli della loro comunità e per permetter loro di fare esperienza nel mondo del lavoro. Vorrei sottolineare il fatto che chi opera all’interno di questa associazione non è pagato ma lavora come volontario ed è ammirevole tutto ciò che fanno per migliorare il luogo in cui vivono.

A proposito dell’associazione e della comunità confesso di non avere mai ricevuto cosi tante attenzioni e aiuti da un’organizzazione ospite (ho già fatto due esperienze all’estero, questa è la mia terza). Io e Beatrice (l’altra volontaria italiana ) siamo state accolte da un sacco di volontari, dal nostro responsabile, dall vice e chi più ne ha più ne metta: ci hanno preparato la cena e ci hanno subito coinvolto nella comunità. Il tutto tenendo conto che al momento erano impegnati in una campagna politica di supporto ad uno dei candidati sindaco ed erano tutti stravolti perché le elezioni erano molto vicine.

Vi starete chiedendo cosa si fa negli SVE. Ebbene dal momento che ce ne sono tantissimi, che affrontano temi diversi e sono gestiti da organizzazioni differenti non posso parlare in generale ma cercherò di raccontarvi una giornata tipo per quanto riguarda la mia esperienza.

Di mattino ci s alza, chi prima chi dsc_0232dopo (alcuni sono sempre in ritardo), andiamo in ufficio per le 9:00. Nel nostro caso molte volte abbiamo avuto problemi con la connessione internet quindi ci siamo trovati a cambiare posto di lavoro oppure a tornare a casa e lavorare direttamente da lì. Dal momento che dobbiamo scrivere progetti la prima cosa che facciamo è scegliere il tema (o una linea guida) e discutere su tutte le attività che possiamo fare a riguardo. Ad esempio una volta abbiamo scelto di fare un progetto sul benessere e alcuni hanno proposto di fare una partita di pallavolo e altri una lezione di yoga, per non presentare solo una parte teorica. Dopo questa attività di brainstorming (vi assicuro che non è facile anche perché solitamente si svolge il lunedì mattina e siamo ancora addormentati e soprattutto i primi periodi parlare in inglese e esporre i nostri giudizi non era cosi spontaneo), compiliamo il project form: è la descrizione del progetto nei dettagli. Successivamente scriviamo l’agenda della settimana dove elenchiamo tutto quello che dobbiamo fare: cercare e studiare materiale su internet ad esempio, organizzare giochi comprare il materiale per fare delle attività, simulare il progetto, cercare film e video, ecc… . Dopo il lavoro in ufficio si va casa a pranzare e nel pomeriggio abbiamo distribuite delle lezioni di lingua rumena e di cultura rumena. Una volta alla settimana abbiamo anche l’incontro con la nostra mentore, il suo compito è quello di risolvere problemi dal punto di vista psicologico e pratico: se ci sono conflitti all’interno del gruppo o abbiamo bisogno di cose (esempio stupido: padelle per cucinare) ne parliamo con lei. Le lezioni e/o gli incontri durano un’ora, massimo un’ora e mezza. Dopodiché abbiamo del tempo libero. Nella città non ci sono molte attività da fare, per fortuna siamo un gruppo quindi la maggior parte del tempo libero lo passiamo tra di noi a parlare. Sembra noioso ma sono momenti preziosi e coinvolgenti in cui si impara un sacco su culture diverse, si scoprono interessi in comune e ci si scambia esperienze divertenti e non.

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Non è sempre facile, a volte non ci si capisce e si creano grossi malintesi che possono portare anche a litigi, inoltre apparteniamo a tre culture diverse e ci troviamo a vivere in una comunità differente (ancora impregnata di comunismo). Inoltre se ci sono fraintendimenti a lavoro ce li portiamo a casa e viceversa: per fortuna siamo sempre riusciti a chiarire, a ricominciare e a rimanere buoni amici.

Diciamo che come esperienza è grandiosa se pensate che permette di vivere veramente fuori dal “tuo mondo”, rivalutare le priorità e ridare peso all’importanza di alcune cose, toccando più da vicino “il mondo vero e proprio”. Faccio un esempio pratico: quando sei a casa e magari devi preparare un esame universitario ti focalizzi su quel problema e ne rimani ossessionato, perdendo quasi il controllo con la realtà; quando abiti a casa con due ragazzi turchi e vieni a sapere che nella loro città hanno messo delle bombe, o che quando tornano possono essere arrestati perché hanno partecipato a una manifestazione allora li ti rendi conto che fare gli esami non è un problema cosi grande.

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Potete vedere le foto di alcuni progetti realizzati alla pagina FB ATCE Speranta Ramniceana:

 

Yasmina, Settembre 2016