Urban Sustainability – il racconto di Lotte
Uno scambio di giovani, dai giovani.
Quest’estate ho avuto l’occasione, durante il mio servizio di volontariato Europeo, di supportare Eufemia nella preparazione di uno degli scambi internazionali che l’associazione ha realizzato nel periodo estivo.
L’idea per questo scambio, “Urban Sustainability”, nasceva dall’incontro di alcuni ragazzi di Torino, che hanno pensato, tra le altre cose, a come poter mostrare la bellezza della diversità della propria città con un occhio di riguardo alle periferie. L’obiettivo dello scambio era di riunire giovani di diversi paesi europei e mostrare loro la periferia di Torino e diversi modi di essere sostenibili, sani e creativi con gli strumenti che offre.
Il progetto, finanziato dal programma Erasmus+ dell’Unione Europea, ha anche potuto beneficiare del supporto di istituzioni locali e delle reti di relazioni costruite sul territorio, dai ragazzi e dall’associazione. In particolare, la Circoscrizione 7 di Torino, dove molte delle attività si sono svolte, ha concesso il patrocinio e pubblicizzato alcune delle attività aperte alla cittadinanza. C’è stato poi il contributo della Città di Torino e di GTT, di alcune case del Quartiere (ciclofficina del Cecchi Point e Casa del Quartiere di San Salvario), di ToBike e delle associazioni che i ragazzi hanno potuto incontrare durante le attività dello scambio.
Lo scambio è avvenuto dal 24 luglio al 2 agosto. I partecipanti provenivano da Italia, Bulgaria, Ungheria, Macedonia, Portogallo e Irlanda del Nord. Sono stati ospitati all’Open 011, in Barriera di Milano.
Tutte le attività erano focalizzate sul tema della sostenibilità, sul come sia possibile, anche in un contesto urbano di periferia, scegliere di adottare uno stile di vita sano ed ecologico, non dimenticandosi della comunità in cui si è inseriti e dell’importanza di conoscere e integrare le diverse culture che la compongono. Sostenibilità ecologica, economica e sociale. Un esempio delle attività pensate per far riflettere i ragazzi sono state le City Challenges, vere e proprie “cacce al tesoro” virtuali (utilizzando un’app sul proprio smartphone) con cui i partecipanti hanno potuto esplorare la periferia e il centro di Torino e cogliere le differenze tra i due luoghi. O ancora la “cena in famiglia”, in cui a piccoli gruppi i partecipanti hanno potuto passare una serata “like a local” con giovani e famiglie che avevano dato disponibilità ad ospitarli.
Hanno poi partecipato a un evento chiamato “Arte Migrante”, che si svolge 2 volte al mese ed è aperto a tutti. Questa volta si è svolto al parco del Valentino: una serata durante la quale si condivide del cibo e ciascuno ha l’opportunità di condividere un’esibizione, una performance artistica o un discorso, con tutti gli altri presenti. Può essere una canzone, una poesia tradizionale del tuo paese di provenienza, o una storia. E’ un modo per mostrare agli altri qualcosa di bello o far scoprire qualcosa della propria cultura, se si vuole. I partecipanti allo scambio hanno suonato la chitarra e cantato insieme la canzone “Wonderwall”, degli Oasis. È stato meraviglioso.
Sul fronte mobilità sostenibile abbiamo optato per una biciclettata dall’Ostello al Parco del Valentino, che ha permesso ai partecipanti di città esistano alternative green. L’attività è stata possibile anche grazie alla collaborazione di ToBike – Gtt e della Ciclofficina del Cecchi Point, che ci hanno fornito le biciclette.
Ci sono stati sport all’aperto e in strada, per mostrare come si possa avere uno stile di vita salutare anche in una grande città e non per forza spendendo denaro per andare in palestra.
A Parco Dora i ragazzi hanno potuto osservare un buon esempio di recupero degli spazi urbani mentre provavano ad andare in Longboard o a camminare su una corda tesa tra gli alberi (slackline). Uno dei momenti più interessanti è stato il workshop di cricket svolto dall’Associazione Piemonte Pakistan, che ci ha offerto un assaggio dell’ambiente interculturale di Torino. Figurativo, ma anche letteralmente perché al workshop è seguito un ottimo aperitivo pakistano!
Tra le attività c’è stata anche una visita alla Casa del Quartiere di San Salvario, dove si è poi svolta la festa finale, per far capire ai partecipanti a cosa serve un luogo come questo in un quartiere periferico: si tratta di un luogo di aggregazione che offre servizi, ma anche spazi per condividere le proprie idee e il proprio tempo libero a servizio degli altri. C’è una caffetteria che offre da mangiare prodotti a km 0 e usa stoviglie ecologiche, ci sono corsi e attività per adulti e ragazzi, c’è il cortile per giocare e la sala per fare le riunioni.
E, ultimo ma non meno importante, c’è stata naturalmente la serata interculturale, che non può mai mancare da uno scambio di giovani.
A tutte le attività si sono alternati momenti di discussione e riflessione tra i ragazzi e guidati in “famiglie”, gruppi misti in cui con il passare dei giorni aumentava la confidenza e la voglia di condividere le proprie idee.
Lo scambio è stato un successo: sono state acquisite capacità di apprendimento, crescita e sviluppo e soprattutto sono state create buone amicizie, che sono il miglior esempio di come conoscere l’altro e comprenderne la cultura sia più facile di quel che si pensa.
Alla prossima puntata!
Lotte