Cipro – Testimonianze di volontariato ai tempi del Covid
👉🏼 Durante questo periodo di #quarantena, i nostri volontari all’estero si sono rivelati super prudenti e coraggiosi: hanno deciso di vivere questa situazione rimanendo appieno nel progetto di volontariato. ☀️
Oggi il racconto di Noemi direttamente da Cipro:
Per anni ho pensato di fare un progetto di volontariato europeo, ma non avrei mai immaginato di partire in un un periodo così particolare come questo 2020.
Così, il 29 settembre sono partita per Cipro. All’aeroporto di Atene ho conosciuto Rita, una volontaria dal Portogallo, e insieme abbiamo passato le successive due settimane in quarantena (menomale che ci siamo piaciute!). Successivamente ci ha raggiunto anche Eva dall’Ungheria, e durante questi tre mesi abbiamo instaurato un rapporto strettissimo. Fare questo progetto in un periodo di emergenza ci ha portate ad affrontare molte sfide e a passare tantissimo tempo insieme. Non sono state solo compagne di viaggio e colleghe, ma una vera e propria famiglia.
Il progetto a cui ho aderito era in collaborazione con l’organizzazione SKE, la quale si occupa di numerosi progetti sociali ad Avgorou, un piccolo villaggio situato vicino al confine turco di Cipro del nord.
Durante il mio soggiorno ho lavorato soprattutto in un asilo. Non avevo mai lavorato con bambini così piccoli prima di allora e questa esperienza è stata una sorpresa per me. Non avevo idea delle sfide che l’insegnamento per la prima infanzia comportasse e sono stata fortunatissima a lavorare con persone piene di energia, passione, ed entusiasmo che sono diventate i miei modelli di riferimento. Nonostante le barriere linguistiche, ho imparato a comunicare con i bambini (e viceversa), con il mio λίγα Ελληνικά e tanta fantasia ci siamo sempre fatti capire in un modo o nell’altro.
La nostra mentore Antrie, è stata un punto di riferimento costante per tutta la nostra avventura. A lei ci siamo rivolte sia per le emergenze pratiche, come la pioggia in bagno o l’assenza di elettricità, che per le emergenze del tipo “dove possiamo trovare una pallina da ping pong alle 8 di sera?”.
Non c’è stato giorno in cui non abbiamo comunicato con lei e le altre persone dell’organizzazione, anche quando non potevamo vederci causa quarantene varie, ci sono sempre state per tutto.
La gente cipriota è l’emblema dell’ospitalità e siamo state viziate dal primo all’ultimo giorno della nostra avventura. Passare le festività a Cipro non mi ha fatto sentire nostalgia di casa perché le mie compagne e la comunità di Avgorou erano diventate ormai una famiglia.
In questo anno così irreale, ciò di cui avevo più bisogno era sentirmi utile per una buona causa e contatto sociale. L’esperienza con ESC mi ha dato tutto questo e molto di più, superando di gran lunga le mie aspettative. Prima di partire avevo timore non fosse un buon momento per fare questa esperienza, invece è stato il momento perfetto.