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L’arte degli avanzi

“Questa piccola raccolta di ricette nasce dalla necessità di dare dignità a tutte le pratiche di cucina che mettono in valore la lotta allo spreco alimentare”.
Inizia così l’introduzione de “L’ARTE DEGLI AVANZI”, frutto del lavoro corale svolto da Il Gusto del Mondo Srl Impresa Sociale – in collaborazione con Associazione EUfemia e Food Pride Torino, all’interno del progetto Food & the city, con il contributo della Regione Piemonte – che si è occupato dei corsi di formazione e dell’inserimento professionale di persone fragili.
Pane, riso, pasta, verdure, carni, pesce: la grande tradizione culinaria del nostro Paese ci viene in aiuto quando si parla di conservazione degli alimenti (dalla salsa di pomodoro alle melanzane sott’olio, dal carpione alla giardiniera, fino alla frutta sciroppata) e creazione di piatti prelibati usando gli avanzi.
Non solo, tanti piatti realizzati con le allieve e gli allievi del modulo formativo “L’Arte degli Avanzi” (zuppe, polpette, timballi, sformati, pasta ripiena, dolci) approfondiscono il tema della lotta allo spreco alimentare in una prospettiva interculturale: in alcune culture lasciare del cibo nel piatto alla fine del pasto non è segno di rispetto verso chi ha cucinato, in altre tradizioni lasciare il piatto pulito significa alzarsi da tavola ancora affamati; gli avanzi in pentola generalmente non si trasformano ma si riscaldano. Gli avanzi sono un elemento culturale, per questo il loro uso è una vera e propria arte che vogliamo condividere con chi arriva da altri luoghi e con le generazioni future.
Con queste parole di Paola Nervi e Stefano Castello vi auguriamo una buona cucina, con gli Avanzi che preferite.
“In questa raccolta ci sono ricette che arrivano dalle grandi cucine della mia infanzia, piene di donne, di avanzi, di cibi meravigliosi. E a queste donne va il mio Grazie, per avermi educata al gusto e al rispetto per il buon cibo. Storie intrecciate a pietanze, ricordi che prospettano l’idea di un futuro più gustoso, differenze e similitudini espresse attraverso il cibo. Grazie a tutte le persone del mondo che hanno realizzato e condiviso questi piatti squisiti: Asad, Beauté, Benson, Deya, Eman, Gift, Husain, Mattia, Pauline, Success, Tina, Usman”.

Incontri con Pillole di Food Pride

Nel mese di Maggio, in collaborazione con diverse realtà della città di Torino, abbiamo organizzato due incontri per PILLOLE DI FOOD PRIDE: un percorso formativo, una serie di incontri a cura di Associazione EUfemia per sensibilizzare piccoli gruppi di lavoro e, in alcuni casi, tutta la cittadinanza, sulle tematiche del food waste e del food divide e sul legame tra cibo, benessere e salute mentale.
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Negli spazi di Comala e #ZOE si è trascorso un pomeriggio insieme mettendo le mani nella terra per rendere viva la nuova fioriera urbana che animerà, grazie alla sua piccola biodiversità, gli spazi esterni. Nel mentre, ci siamo posti delle domande, riflettendo su alcuni grandi temi e facendoci guidare dalle emozioni: che cosa vuol dire globale? E locale? Da dove arriva il cibo che mangiamo? Come è stato coltivato, da chi?
Abbiamo scoperto di aver provato emozioni molto simili tra loro. La natura ci fa stare bene, ci fa sentire liberi, e ci da nuova vita. Chi l’ha espresso in inglese, chi in arabo, chi si è fatto aiutare dal vicino; prendersi cura di un orto è comunità, partecipazione, impegno ma è anche tanta soddisfazione!
RADICI URBANE è un progetto di valorizzazione del territorio e di contrasto all’emarginazione sociale. Un team eterogeneo di operatori specializzati e tirocinanti in formazione hanno realizzato alcune fioriere mobili con materiali di recupero che possono essere posizionate in centri culturali e spazi aggregativi della Circoscrizione 3. La cura di queste fioriere sarà occasione per la divulgazione di tematiche legate all’ecologia e alla sostenibilità. Il progetto è realizzato da Cooperativa Sociale Gruppo Arco, Orti Generali e Aeris Cooperativa Sociale con la collaborazione di Fiësca Verd, all’interno di Pon Inclusione.
PILLOLE DI FOOD PRIDE è realizzato nell’ambito del progetto “Rigenerare e riscoprire Vicinanza, Fiducia, Possibilità” di Sportello TiAscolto, con il contributo del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, in collaborazione con la Regione Piemonte e nell’ambito del progetto Pillole di Food Pride con il sostegno della Città di Torino.

   

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In quel di CibOfficina, insieme ad utenti dei nostri laboratori di cucina sociale, volontarə europei e qualche curiosə, abbiamo esplorato quali sono le informazioni principali che ci servono per comprendere un’etichetta alimentare. Una buona cultura alimentare si può costruire cominciando da semplici accorgimenti, piccoli gesti quotidiani alla portata di tutti: confrontando alcune “carte di identità” di diversi prodotti si è così capito come costruire una corretta informazione utile ad una spesa più consapevole.
Le suggestioni sono state davvero tante e, grazie alle variegate provenienze delle persone presenti, ci siamo fattə un bel viaggio tra usanze, culture, pillole alimentari di altri Paesi.
     

Presentazione Manifesto di Food Pride

Il 5 Febbraio vi aspettiamo online, dalle 12 alle 13, con una diretta dalla pagina Facebook di Food Pride Torino per presentare il Manifesto di Food Pride!

Il 5 febbraio, Giornata Nazionale di prevenzione dello spreco alimentare, presenteremo il Manifesto di Food PRIDE redatto al termine di un lungo lavoro di gruppi formali e informali le cui attività e azioni ruotano attorno al diritto al cibo di qualità e alla lotta allo spreco alimentare, attraverso il recupero delle eccedenze alimentari e il loro riutilizzo sociale. L’elaborazione del testo nasce da diversi momenti di riflessione, condivisione, discussione e scambio di idee intorno a cinque tavoli: Partecipazione. Recupero. Inclusione. Distribuzione. Educazione.

Qui puoi trovare l’evento FB della giornata: https://www.facebook.com/events/215971696838525/

Leggi il manifesto e dai un contributo grazie alla tua firma: www.foodpride.eu/il-manifesto-food-pride

I principi che alimentano il Manifesto

PARTECIPAZIONE

Il cibo è indispensabile per la sopravvivenza e accomuna ogni essere umano, in ogni luogo e in ogni epoca. In quanto bene comune, permette lo sviluppo, il consolidamento, la costruzione di relazioni tra persone, ambiente e istituzioni. Il cibo è democratico quando vi è il rispetto della dignità delle persone, qualunque siano le condizioni sociali, economiche e culturali. È necessario, dunque, garantire l’accesso ad un cibo di qualità attraverso la creazione di comunità tra pari e in ascolto, coinvolgenti, mosse da logiche proattive, volte al contrasto della povertà alimentare. Crediamo che la partecipazione della comunità vada sollecitata con azioni di educazione al rispetto della persona, al valore del cibo e alla tutela dell’ambiente.

RECUPERO

Sogniamo città a SprecoZero dove cittadini, istituzioni pubbliche, realtà private costruiscano, insieme, la food policy della Comunità del Cibo. Crediamo che la pratica del recupero delle eccedenze alimentari sia un’azione virtuosa, capace di immettere nuovamente il cibo in circolo evitando che questo diventi un rifiuto.

In altri termini siamo consapevoli che il cibo possa diventare un bene comune attraverso la transizione verso modelli di sistemi alimentari più sostenibili dove la produzione di eccedenze alimentari “fisiologiche” punti ad essere minimizzata. La transizione verso sistemi alimentari più sostenibili e l’accesso più equo al cibo sono obiettivi solo apparentemente in contraddizione e possono essere perseguiti laddove la cultura del cibo come bene comune venga riconosciuta come valore fondante da tutti i soggetti interessati. Per questo è necessario favorire l’accesso alle informazioni che costituiscono il primo passo nella direzione di scelte di consumo consapevoli e stili di vita sostenibili.

INCLUSIONE

Riconosciamo in capo ad ogni persona un potere di cittadinanza capace di incidere profondamente sulla costruzione della comunità. L’inclusione è la capacità di quest’ultima di confrontarsi, di crescere e di accogliere chi la compone rispettandone le specificità. L’obiettivo è disegnare un orizzonte comune guidati da valori condivisi quali solidarietà, giustizia ed equità. La Comunità del Cibo è inclusiva quando consapevole del valore del cibo come bene comune e primario, e non solo in quanto merce; quando viene riconosciuto il cibo come cultura dei popoli: il gusto e i sapori allora, diventano comunicazione ed è un linguaggio comune a permettere l’incontro e la condivisione tra persone; quando viene garantito e tutelato il diritto al cibo di qualità, sano e nutriente e il diritto al cucinare; quando viene garantita la possibilità di compiere scelte etiche dal punto di vista sociale e ambientale e nel rispetto del lavoro e della terra.

DISTRIBUZIONE

Il diritto al cibo è un diritto universale in capo ad ogni essere umano. È fondamentale quindi slegare la pratica del recupero e della redistribuzione delle eccedenze alimentari dallo stigma di assistenza verso chi patisce una marginalità socio-economica. Allentare tale pregiudizio permette alla comunità di comprendere che, invece, tale azione risponde ad un duplice bisogno: un bisogno etico in una logica di solidarietà e garanzia del diritto al cibo e un bisogno ecologico in una logica di sostenibilità ambientale. È, quindi, un diritto di tutt* avere accesso ad un cibo sano, fresco, nutriente e appropriato così come è un dovere di tutt* sottrarre il cibo ad un epilogo che troppo rapidamente lo declassa da risorsa a rifiuto.

EDUCAZIONE

Gli sprechi sono sono il risultato di una mancanza di consapevolezza rispetto al cibo come prodotto di una filiera che esprime i valori delle risorse ambientali e del lavoro dell’uomo. Educare vuol dire trasmettere sentimenti positivi e incoraggianti sulla dignità di ogni gesto e di ogni pratica che contrasta lo spreco alimentare. Intendiamo rendere questo percorso un obiettivo comune e non un’esigenza legata alla povertà. Educare significa creare partecipazione nelle comunità (ad ogni livello e in ogni ruolo) affinché venga garantito il diritto al cibo. Educare vuol dire costruire un processo necessario per rendere le persone libere di scegliere cibo di qualità, con sobrietà e con cura verso la terra e verso le persone. Educare è un percorso per costruire e consolidare il pensiero del cibo come bene comune, trasformando in profondità il modello che genera eccedenze e sofferenze. Un percorso che necessariamente deve creare consapevolezza sui diritti