Articoli

Cibo Officina

A Torino esiste un luogo speciale. Un luogo che da tempo è oggetto di un processo di rigenerazione urbana per restituire uno spazio comunale alla cittadinanza e mantenerlo quotidianamente aperto a proposte culturali e sociali dal basso. Questo luogo è l’ex Caserma La Marmora, divenuto nel 2011 Centro di Protagonismo Giovanile (Polo 3.65) e Centro di Incontro, ed è proprio qui che si inserisce il progetto della CibOfficina.

COSA BOLLE IN PENTOLA?

La CibOfficina è un laboratorio permanente di cucina sociale che promuove sostenibilità ambientale, inclusione, sviluppo di comunità, accesso al cibo per tuttə. Un sogno che si avvera, dopo 10 anni di lavoro realizzato da Associazione Eufemia intorno al tema cibo, con la diffusione di buone pratiche sul territorio.

La CibOfficina è una visione condivisa a cui vogliamo dare una casa. La struttura sarà rinnovata e dotata di due cucine + una zona refettorio per raggiungere i beneficiarə principali, soggetti in condizioni di fragilità socio-economica, ma ognungə sarà benvenuto nel prendere parte alle attività proposte. Riprogettando parte dell’ex caserma intorno al cibo come bene comune, andremo dunque a sviluppare le seguenti azioni:

  • Fornelli aperti e frigo di quartiere, con accesso libero alla cucina e alle eccedenze raccolte nei mercati di Food Pride Torino.
  • Mensa sociale UpToYou, per la preparazione e distribuzione dei pasti a partire dalle eccedenze.
  • Scuola del Cibo, con laboratori di cucina per l’inclusione socio-lavorativa.
  • Eventi di comunità, dedicati all’inclusione socio-culturale.
  • Mensa sociale UpToYou, per la preparazione e distribuzione dei pasti a partire dalle eccedenze.
COSA REALIZZEREMO GRAZIE AL VOSTRO SOSTEGNO?

I fondi raccolti saranno destinati all’acquisto di piccola attrezzatura da cucina e alla dotazione di parte delle attrezzature professionali, indispensabili per avviare la CibOfficina e dare finalmente una casa al nostro sogno condiviso.

SOSTIENI, PARTECIPA, CONDIVIDI! Manca solo il tuo contributo per far diventare questo sogno realtà.

Torino in one month: You never know what happens next, or why I love it here

I am Ukrainian and I am ready for everything that could happen in life. At least I thought so, as I came from a society that survived probably everything bad that could have ever happened. But let’s be honest- I was naїve and it makes this experience even more valuable for me. First of all, changes are always difficult. The fun part begins once you accept it, so I decided to be emotionally defenseless and simply live this experience as much as possible. Hence, I can describe my first month in three lessons I’ve learned so far. 

Lesson 1: The language matters, but in the end, your attitude is the essential component that defines everything. 

Frankly, it was a big surprise, and communicating in English may be a challenge for Italians. Surely, that may be frustrating, but at the same time, it is a unique opportunity to be creative in finding common ground with your interlocutors. I was joining some parts of the huge “Food Pride” project, and the deepness of some conversations got me wondering. For instance, I was asked why I am here, what is food for me, why some people are unable to accept help, and some of them cannot live without helping others. Despite the adamant language barrier we had profound conversations. I was moved to tears how hard people try to make their thoughts clear to me and how attentively they perceived my answers even without understanding a word in English. In the end, the attitude defines everything. 

Lesson 2: You always have to choose, but make sure to explore all the variants you have. 

I got lucky to work in an organization with a huge diversity of projects. It makes me explore all of the areas, tasks, and colleagues, and I have to ask myself what I want to do at the moment. I feel like many things in life follow the same pattern: you are offered a great diversity of options, starting with the color of your jeans, and ending with the religion, gender identity, or political affiliation you want to follow. You always have to choose, and this volunteering experience teaches me to make choices aware. 

Lesson 3: Nothing comes on its own. 

They say that every skill, piece of knowledge, experience, and connection requires persistent efforts. Looks like the same works with exploring your city – you have to go outside and discover the streets, locals, history, every stone, hill, and smell in the air. Torino is an amazing city, and I had no chance to truly see it, to drink coffee at sunrise and have a beer at sunset. I cannot let myself become one of the locals who simply do not care about discovering the city. Similarly, you may share an apartment with people and have no clue who they truly are, what are their dreams, fears, and passions. Likewise, you may have no idea who your colleagues are outside of the working environment, what they have been through, what makes them nervous or delighted. Cause exploring the others means exploring yourself, doesn’t it? 

My volunteering experience has just begun, and I am convinced that Italy prepared many lessons for me to be learnt. Stay tuned, I will keep you updated! 

Ivanka

Cipro – Testimonianze di volontariato ai tempi del Covid

👉🏼 Durante questo periodo di #quarantena, i nostri volontari all’estero si sono rivelati super prudenti e coraggiosi: hanno deciso di vivere questa situazione rimanendo appieno nel progetto di volontariato. ☀️

Oggi il racconto di Noemi direttamente da Cipro:

Per anni ho pensato di fare un progetto di volontariato europeo, ma non avrei mai immaginato di partire in un un periodo così particolare come questo 2020.

“La mia esperienza è stata sicuramente molto diversa da quella di altri volontari negli anni precedenti, ma partire come volontaria a Cipro è stata la scelta migliore che potessi fare e mi ha permesso di rendere speciale quest’ anno.”

Così, il 29 settembre sono partita per Cipro. All’aeroporto di Atene ho conosciuto Rita, una volontaria dal Portogallo, e insieme abbiamo passato le successive due settimane in quarantena (menomale che ci siamo piaciute!). Successivamente ci ha raggiunto anche Eva dall’Ungheria, e durante questi tre mesi abbiamo instaurato un rapporto strettissimo. Fare questo progetto in un periodo di emergenza ci ha portate ad affrontare molte sfide e a passare tantissimo tempo insieme. Non sono state solo compagne di viaggio e colleghe, ma una vera e propria famiglia.
Il progetto a cui ho aderito era in collaborazione con l’organizzazione SKE, la quale si occupa di numerosi progetti sociali ad Avgorou, un piccolo villaggio situato vicino al confine turco di Cipro del nord.
Durante il mio soggiorno ho lavorato soprattutto in un asilo. Non avevo mai lavorato con bambini così piccoli prima di allora e questa esperienza è stata una sorpresa per me. Non avevo idea delle sfide che l’insegnamento per la prima infanzia comportasse e sono stata fortunatissima a lavorare con persone piene di energia, passione, ed entusiasmo che sono diventate i miei modelli di riferimento. Nonostante le barriere linguistiche, ho imparato a comunicare con i bambini (e viceversa), con il mio λίγα Ελληνικά e tanta fantasia ci siamo sempre fatti capire in un modo o nell’altro.

La nostra mentore Antrie, è stata un punto di riferimento costante per tutta la nostra avventura. A lei ci siamo rivolte sia per le emergenze pratiche, come la pioggia in bagno o l’assenza di elettricità, che per le emergenze del tipo “dove possiamo trovare una pallina da ping pong alle 8 di sera?”.
Non c’è stato giorno in cui non abbiamo comunicato con lei e le altre persone dell’organizzazione, anche quando non potevamo vederci causa quarantene varie, ci sono sempre state per tutto.
La gente cipriota è l’emblema dell’ospitalità e siamo state viziate dal primo all’ultimo giorno della nostra avventura. Passare le festività a Cipro non mi ha fatto sentire nostalgia di casa perché le mie compagne e la comunità di Avgorou erano diventate ormai una famiglia.
In questo anno così irreale, ciò di cui avevo più bisogno era sentirmi utile per una buona causa e contatto sociale. L’esperienza con ESC mi ha dato tutto questo e molto di più, superando di gran lunga le mie aspettative. Prima di partire avevo timore non fosse un buon momento per fare questa esperienza, invece è stato il momento perfetto.