Il progetto ha permesso di sviluppare ulteriori attività e azioni di potenziamento dei servizi e degli interventi rivolti a persone e nuclei in condizione di disagio psico-fisico, socio-economico ed abitativo. In particolare, si inserisce nell’ambito di intervento per la promozione della salute, comunicazione e sensibilizzazione, poiché vuole andare a rafforzare una progettazione innovativa anche a valenza culturale, di promozione della salute, prevenzione delle situazioni di fragilità e vulnerabilità, di inclusione sociale.
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Grazie a figure professionali come quella di Miriam Bertuzzi, psiconcologa e autrice del libro “Indovina chi pre-viene a cena? Ricette conviviali per una libera e gustosa prevenzione a tavola”, è stato possibile organizzare momenti di discussione, informazione e sensibilizzazione per porre l’attenzione sulle tematiche anche presso le strutture che ospitano persone senza dimora. Inoltre, è stato messo a disposizione uno psicologo presso la CibOfficina per, su prenotazione, svolgere dei colloqui individuali e gratuiti di consulenza relativi alle proprie problematiche di salute, con l’indicazione dell’alimentazione più adatta alle diverse esigenze.
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Oltre a questo, EUfemia ha offerto un percorso formativo “in pillole” con incontri per piccoli gruppi, alcuni dei quali aperti a tutta la cittadinanza, così da sensibilizzare sulle tematiche del food waste e del food divide. 4 pillole, in particolare, sono state approfondite:
- LA POVERTÀ ALIMENTARE (Incontro di Rete Nazionale Food Pride). Grazie ad Atlante del Cibo, Università di Torino e Action Aid ci siamo chiesti: cosa vuol dire parlare di povertà alimentare? Quali sono i diritti negati e quali politiche e misure di intervento sono necessarie per vederli riconosciuti? Gli strumenti di ricerca sono utili al terzo settore? In che modo il terzo settore o l’associazionismo in generale possono interagire con il mondo della ricerca? È necessario ridefinire la relazione tra spreco e povertà, come? Tra le tante risposte è emersa la necessità di costruire un immaginario collettivo su cibo di qualità e politiche di cura per fare in modo che la cura del cibo sia un diritto e non un bisogno. La povertà alimentare è un fenomeno opaco in termini concettuali, dietro la sua definizione esistono diverse questioni da indagare, produrre dati primari diventa necessario per interrogarsi e disegnare anche qualitativamente il fenomeno.
- IMPATTO AMBIENTALE DELLO SPRECO – (Giovani, Europa e Sostenibilità Progetto Erasmus+ #youthgoalschallenge). Con EUfemia, Food Pride Torino, Extinction Rebellion Italia, Acmos, Fridays for Future Torino ci siamo chiesti: come si può indagare il fenomeno dello spreco alimentare dal punto di vista ambientale? Quale impatto ha la filiera agroalimentare? Come calcolare quanto recuperiamo e il reale impatto dello spreco? Partendo dall’analisi della Life Cycle Assessment (LCA), una metodologia analitica e sistematica che valuta l’impronta ambientale di un prodotto o di un servizio lungo il suo intero ciclo di vita, abbiamo scoperto che, dal punto di vista ambientale, quando sprechiamo cibo sprechiamo tutte le risorse utilizzate per produrlo. Ad esempio, se buttiamo via una mela stiamo buttando la CO₂ prodotta durante la filiera e l’impatto da noi realizzato. Per questo motivo in EUfemia è diventato importante non solo recuperare e redistribuire il cibo di scarto – food waste – ma fare un’accurata raccolta dei dati (grazie a Bring The Food) che consenta di raggiungere una stima di quanta CO₂ siamo riusciti a salvare!
- PILLOLE DI FOOD PRIDE INCONTRA RADICI URBANE. Con EUfemia, Food Pride Torino e Fiësca Verd abbiamo passato un bel pomeriggio negli spazi di Comala per mettere le mani nella terra e porci delle domande, riflettere su alcuni grandi temi, facendoci guidare dalle nostre emozioni: che cosa vuol dire globale? E locale? Da dove arriva il cibo che mangiamo? Come è stato coltivato, e da chi? Dopo aver messo le piante a dimora – nelle fioriere mobili realizzate con materiali di recupero, dal progetto Radici Urbane (realizzato da Gruppo Arco, Orti Generali e Coop. Aeris con la collaborazione di Fiesca Verd, all’interno di Pon Inclusione) – tutte e tutti abbiamo condiviso come ci siamo sentiti, quali emozioni ci hanno attraversato nel toccare la terra, piantare un pomdoro e uno, tanti fiori.
- QUELLO CHE LE ETICHETTE ALIMENTARI (NON) CI DICONO: IMPARIAMO A LEGGERLE PER ACQUISTI CONSAPEVOLI. Una spesa consapevole dipende, innanzitutto, da una corretta informazione. Una buona cultura alimentare si può costruire cominciando da semplici accorgimenti, piccoli gesti quotidiani alla portata di tutti: un esempio efficace è la lettura delle etichette. Cosa ci dicono? Quali informazioni ci danno? Negli spazi di CibOfficina, insieme ad utenti dei nostri laboratori di cucina sociale, volontarə europei e qualche curiosə, abbiamo confrontato alcune “carte di identità” di diversi prodotti per capire come costruire un’informazione utile ad acquistare prodotti alimentari più “buoni, sani e giusti”.