Formaggi bulgari e ukulele a Budapest – tutto un altro genere di storie d’amore
LA LOCATION!
Lo scambio si è svolto ad Holloko, piccolo paesino ad un’ora e mezza da Budapest.
È molto caratteristico e tra le vie si incontrano diversi negozietti in cui si possono comprare diverse manifatture, piccole birrerie in cui assaporare una buona birra ed una deliziosa panetteria dove abbiamo potuto assaggiare diverse specialità dolci e salate.
Abbiamo dormito in una grande casa a tre piani. Il primo piano è stato adibito a refettorio, il secondo piano alle attività della giornata e come luogo comune nei momenti di relax/svago durante le pause e nelle serate internazionali, mentre nel terzo si trovano le stanze da letto, tutte con un bagno privato e generalmente ospitavano 4-5 persone.
Il posto è molto suggestivo e rilassante in mezzo alle colline ungheresi, dove si respira aria buona e la sera si vedono miriadi di stelle.
LE ATTIVITÀ!
Dopo aver rotto il ghiaccio, avendo dedicato qualche momento e qualche gioco alla conoscenza tra i vari partecipanti al progetto, le attività proposte dalle organizzatrici si sono incentrate principalmente sui valori dell’uguaglianza di genere e sulle varie differenze che esistono nel mondo LBGTQ+, essendo questi i temi del progetto.
La metodologia applicata è stata quella dell’educazione non formale, quindi i vari argomenti sono stati toccati attraverso role games, team building activities, giochi ed energizers.
Abbiamo discusso sugli stereotipi di genere, avendo l’occasione di presentare come viene visto nel nostro Paese il ruolo dell’uomo e della donna, e quali spunti di riflessione ci dà la rappresentazione mediatica di tali “ruoli” nelle nostre televisioni e nelle nostre pubblicità.
L’evento clou è stata la preparazione, e la conseguente rappresentazione, di un flashmob in centro a Budapest!
IL FLASH-MOB! Simona esprime il suo pensiero riguardante il flash-mob di Budapest:
“Non so voi, ma per me è stata la prima volta, e, come credo sia normale, inizialmente l’idea mi intimoriva, ma poi, devo ammetterlo, si è rivelata molto divertente. Grazie all’esperienza degli altri partecipanti, il continuo fluire di idee, gli incoraggiamenti ed apprezzamenti hanno permesso a questo progetto di prendere una forma inaspettata.
Abbiamo sviluppato il “nostro progetto” dall’inizio fino alla fine. L’idea centrale della manifestazione, il modo di sviluppare il progetto e poi la messa in atto finale è stato tutto lavoro del gruppo al 100%.
Siamo stati così in grado di fare un Flashmob in una delle piazze centrali della capitale ungherese utilizzando solo un ukulele, le nostre voci, la nostra fantasia e una videocamera come supporto tecnico.
Pur senza materiale professionale, ma con la semplice fantasia e la grande arte dell’arrangiarsi abbiamo dato forma a un progetto che inizialmente sembrava esser fatto di sole idee e chiacchiere.
Inizialmente le persone sembravano non capire che cosa stesse succedendo. In effetti vedersi un gruppo di circa 40 ragazzi vestiti tutti uguali che si agitano per la piazza inizialmente può essere confusionario, ma poi chi si è fermato ad osservare il progetto complessivo, che ha avuto una durata di circa 3,30 minuti, ha apprezzato lo spettacolo e diverse persone ci hanno filmato 😉
Il messaggio principale era molto semplice: “All of us are human and it doesn’t matter differences of sex orientation or the person you love, the only thing that counts is the freedom and the happiness that we can share”
E tutto questo con una sola giornata di preparazione 😉
LE GITE! Durante lo scambio abbiamo avuto l’occasione di fare due escursioni. La prima è stata al castello di Hollókö, a dieci minuti a piedi dal centro del paese. Le rovine delle fortezza risalgono al 1200 e la leggenda racconta che: “Un giorno, tanto tempo fa, un potente lord rapì una graziosa fanciulla, rinchiudendola nel suo castello. La tata di quest’ultima, una temibile strega pronta a tutto per recuperare la sua figlioccia, decise di riparare all’oltraggio facendo un patto con il diavolo. Una notte, gli aiutanti del diavolo, sotto le sembianze di corvi, rubarono tutte le pietre del castello del potente lord e le portarono in cima alla collina, iniziando così la costruzione del castello di Hollókő,( pietra del corvo ).”
La seconda è stata a Budapest, la capitale dell’Ungheria, chiamata anche la “Parigi dell’est” per il suo straordinario fascino, l’attuale città nasce dall’unione di Buda e Pest, città vecchia e città nuova, separate dal Danubio ma unite da una miriade di ponti.
Siamo arrivati a Budapest il sabato mattina e dopo aver fatto il nostro fantastico flashmob abbiamo iniziato a girovagare per le vie della città, avevamo tre missioni da svolgere durante la nostra giornata di svago e cultura:
- Fotografare almeno 5 manifesti pubblicitari che rappresentassero la parità e non-parità di genere, al fine di farne una riflessione e un’analisi durante le ultime attività
- Fare un selfie al castello di Buda
- Intervistare almeno 3 persone ponendo loro alcune domande sul tema del “gender equality”
Intorno all’ora di pranzo ha iniziato a piovere e quale miglior riparo di una calda e accogliente trattoria ungherese? Ci siamo scaldati con un buon gulasch e viziati con dei dolci tipici il tutto condito da convivialità e nuovi amici.
E’ stata una giornata super, tra attività, passeggiate e cultura, riflettendo e confrontandoci sulla tematica dello scambio.
LE SERATE INTERNAZIONALI! Michela ci racconta qualche aneddoto delle serate internazionali:
“L’animazione della sera era lasciata a noi partecipanti. Ogni sera un team diverso presentava il proprio Paese, le sue tradizioni e la sua cultura attraverso quiz, giochi, balli e buon cibo tipico.
In questo particolare scambio, essendo 7 i paesi coinvolti, per ottimizzare al meglio il nostro tempo, le serate internazionali erano organizzate in modo da avere ogni sera la presentazione di due Paesi. Ad esempio noi italiani abbiamo animato la “nostra” serata insieme al team bulgaro. Quasi d’obbligo per noi è stata la scelta di far cantare “Volare” di Domenico Modugno agli altri partecipanti, che sorprendentemente la conoscevano! I Bulgari ci hanno fatto invece ballare al ritmo di un ballo tradizionale.
Devo ammettere che è stato strano all’inizio essere “sballottata” tra le culture di due paesi diversi tra loro ogni sera, ma in realtà penso che ci abbia permesso di confrontarci con una cultura diversa dalla nostra in modo veramente efficace. Ad esempio, vedere due tavoli imbanditi di cibo totalmente diverso l’uno accanto all’altro, con gusti totalmente diversi fra loro rende davvero particolare l’idea della diversità e unicità dei paesi europei. Chi l’avrebbe mai detto che il formaggio bulgaro fosse così buono?”