137 GIORNI IN PUENTE GENIL (CÓRDOBA, ESPAÑA)

Sono 137 i giorni trascorsi in Spagna e 61 quelli che mi restano.

Ci sarebbero una marea di cose da dire, ma cercherò di non perdermi in chiacchiere.

Innanzitutto l’Andalusia “me encanta”. Mi sento davvero fortunata a vivere per 6 mesi e mezzo in questa comunità autonoma ricca di cultura e tradizioni. E’ ben risaputo che Italia e Spagna sono molto simili per diversi aspetti ed é vero, ciò però non significa che una sia un fac simile dell’altra perché quando inizi a viverci, inizi a notare le differenze e soprattutto ad apprezzarle (alcune più, altre meno).

Le difficoltà però ci sono sempre e una delle più evidenti fu per me all’inizio quella della lingua dato che arrivai qui sapendo dire soltanto “hola” e “buenos días” che non ti permettono di sostenere una conversazione. Essendo italiana, però, sono un po’ avvantagiata nell’apprendimento dello spagnolo, e dopo quasi 5 mesi ora posso esprimermi come vorrei e sentirmi più integrata nella società.

Dove vivo?
Ricordo ancora quando arrivai un tiepido 14 gennaio: la mia supervisora mi venne a prendere dalla stazione Herrera- Puente Genil con altre due volontarie. Guardando fuori dal finestrino della macchina iniziai a familiarizzare con il territorio circostante e in lontananza vidi avvicinarsi sempre più questo piccolo paesino andaluso completamente bianco.
Adattarsi a una realtà molto più piccola della quale si è abituati può risultare difficile e ancora oggi a volte pesa, però ci sono anche gli aspetti positivi: la tranquillità, la lentezza della vita e il raggiungere a piedi in poco tempo tutto quello di cui hai bisogno; piccole cose che spesso vengono sottovalutate.

Come trascorro le mie giornate?  

Lavoro in una NGO, un’associazione di mobilità europea (asociación europa2020) che offre ai giovani spagnoli l’opportunità di prendere parte alle attività del programma Erasmus+. Quello che più mi affascina di questo mondo è l’essere spesso in contatto con persone provenienti da tutta Europa grazie agli scambi giovanili, training courses e seminari. Dico spesso e non sempre perché una parte molto consistente di questo lavoro è quella in ufficio. Quindi a volte ci si puó annoiare a stare per ore dietro un computer o altre non c’è moltissimo da fare però questa può trasformarsi in un’occasione per riempire utilmente il proprio tempo pensando in nuove attività locali o nuovi progetti.

Una cosa positiva del mio lavoro è l’essere concentrato soltanto in una parte della giornata e questo mi permette di avere libero il resto per altre attività come leggere, vedere film, sport, studiare spagnolo e pensare un po’ al futuro. Ma la parte più bella della settimana è il weekend nel quale cerco sempre di spostarmi (soprattutto grazie a Blablacar e Amovens) ed esplorare l’Andalusia. Poi ci sono i giorni di ferie che mi permettono di andare un po’ più lontano e a volte anche fuori dalla Spagna grazie ai voli low cost della Ryanair. Ecco, quello che non si può non fare durante uno SVE è viaggiare.

E le amicizie?
Ebbene, stando in un paesino in cui prevalgono anziani e famiglie, non è molto facile in quanto la maggior parte dei giovani è fuori all’universitá però è anche vero che con un po’ di impegno e un pizzico di fortuna si possono conoscere persone davvero speciali.

Continuerei a scrivere peró concluderó dicendo che se è da un po’ di tempo che stai pensando di fare uno SVE ma esiti a farlo perché ti stai chiedendo se ne vale la pena… la risposta é SI.

Antonella